Questo é il racconto del viaggio verso la mia realizzazione – l´Eudaimonia – iniziato dal seguire caparbiamente strade non mie.
La vita e l´ascoltarmi mi hanno dato poi
il coraggio di osare la mia strada.
Eccomi qui!
“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?”
Mc 8, 36
“Nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovai a studiare ingegneria elettronica, perché la diritta via era smarrita” …potrei iniziare cosí. Non sapendo veramente a cosa dedicarmi, mi sono ritrovato in pista negli studi scientifici, basandomi sulle mie capacità matematiche e su vari stralci de “Il sole 24 ore” in cui veniva riportato che in Italia avrebbero assunto 500 mila ingegneri nei successivi 5 anni. Avrei trovato facilmente lavoro.
Ricordo quei cinque anni come anni grigi, chiuso in me e sugli esami. Anni di assidua frequentazione, spinto dalla mia grande forza di volontà e supportato psicologicamente nello studio da un mio grande amico. Esame rappresentativo tra tutti della qualitá dell´insegnamento ricevuto e del livello di istruzione acquisito fu “Guide d´Onda”. Quaderni e libri di formule e simboli da “imparare a memoria” per poter superare l´esame. Cosí:

Trovare in tutto il libro una frase completa composta di lettere in alfabeto italiano era impresa assai ardua. Esame scritto e teoria. Voto 27. Eccellente! Cosa ricordavo dopo una settimana dall´esame? La faccia del professore e forse dove avevo riposto il libro.
Un tentativo di ascolto
In un tentativo di ascolto di me, riuscii ad orientare la tesi verso fonti di energie rinnovabili, argomento che mi poneva in parziale connessione con la mia inclinazione verso la natura. Mi laureai con 110 e lode: dottore in ingegneria con il massimo dei voti, il che assolutamente non rispecchiava le mie conoscenze nel campo e le nozioni acquisite in quei 5-6 anni.
Il sentiero per uno come me era tracciato: affidabile, capace, sveglio.
Il professore della tesi di laurea mi propose di partecipare all´esame di dottorato con tema di ricerca in celle fotovoltaiche di nuova generazione. Poiché “la diritta via era ancora smarrita” pensai di acconsentire. Mi misi cosí su un nuovo binario che durò quattro anni. Furono anni di dura prova per le mie capacitá e di ambigua competizione.
Dovevo dimostrare ancora una volta di valere e di farcela con merito, il che voleva dire aprire una nuova linea di ricerca, pubblicare vari “scientific papers” e presentare i miei lavori presso conferenze internazionali. E soprattutto scrivere e pubblicare una tesi di dottorato di spicco, composta dai miei risultati migliori.
Ricordo quel tempo di scrittura, posticipata fino all´ultimo. Era febbraio-marzo. Avevo dei ritmi di lavoro pressanti, che si inoltravano fino alle 3:00-4:00 di notte per svariate settimane, mesi. Cicli continui di scrittura – correzioni del mio supervisor – frustrazioni e passeggere ricompense. Ancora una volta superai con successo questo step grazie alle mie doti di adattamento e forza di volontà. Ma con un “regalo” questa volta. L´acufene. In quel tempo di pressione esterna e interna, il mio corpo mi ha regalato un segno indistinguibile dell´eccessivo sforzo psico-fisico esteso per un tempo eccessivamente lungo. Un regalo che a distanza di piú di 10 anni ancora mi accompagna e che continua a peggiorare la mia capacitá uditiva.

Era questo un chiaro segno per cambiare direzione?
Puó darsi, ma il treno sul binario andava avanti e i miei abbozzati tentativi di imboccare una nuova direzione non possedevano la giusta energia e risultavano inefficaci.
Sfruttando un´opportunità di carriera, accettai una proposta di lavoro per spostarmi nel rinomato Fraunhofer ISE in Germania, il piú grande centro di ricerca di energia solare d´Europa. Presi questa scelta con mia moglie, piú per vivere un´esperienza all´estero insieme che per una mia aspirazione di successo. La linea di ricerca era simile a quella che avevo iniziato a Roma. Inizialmente ricoprii il ruolo di post-doc, poi diventai team leader di un gruppo di circa dieci ricercatori e successivamente coordinatore di progetti internazionali.
Mi confrontavo con i miei colleghi rimasti a Roma, ancora relegati nel ruolo di post-doc, mentre io ero giá a livelli di carriera piú elevati. In questo campo non ero mai stato un esponente di rilievo, ma ero apprezzato a livello personale e scientifico e capace di portare risultati significativi nel mio gruppo e nell´istituto.

Japan, 2020.
Ricordo il mio ultimo viaggio di lavoro, da solo. Giappone, 2020.
In soli dieci giorni ebbi il meeting del progetto internazionale che coordinavo tra il mio istituto e l´università di Hyogo; una conferenza internazionale in cui ero stato invitato come relatore, un premio di riconoscimento per il lavoro del mio gruppo e una successiva prestigiosa tavola rotonda, anche lì come relatore invitato, alla quale partecipavano due dei massimi esponenti mondiali nel mio campo.
Un viaggio che apriva definitivamente le porte al mio successo professionale. Eppure, l´esperienza piú intensa di quel viaggio di lavoro fu il perdermi tra le montagne e le strade notturne di Kyoto, vagabondando solitario alla ricerca di me, avvolto nella magia di templi e profumi orientali.

Parte di me, da sempre
Ricordo ora un detto zen che recita:
“Quando il discepolo è pronto, il maestro compare“
La Germania, e in particolar modo la green-city Freiburg dove viviamo, hanno fatto sì che io potessi dedicare tempo a me. Il discepolo si avvicinava ad essere pronto e i maestri a comparire.
Dice Alexandre Jollien nel suo capolavoro “Abbandonarsi alla Vita”:
“Non c´è di che sorprendersi per il fatto che io non sia mai soddisfatto se non prendo il tempo di ascoltare il desiderio fondamentale della mia vita.”
L´acufene mi ha permesso di iniziare la psicoterapia che da tanto mi incuriosiva.
Ho iniziato a frequentare lezioni di Yoga e ritiri di meditazione.
Ho seguito un corso di Mindfulness.
Il percorrere queste nuove strade di “attrazione” mi fa rendere conto di un senso di appartenenza a tutto ció e di armonia …come se tutto fluisse… parte di me, da sempre.
…e questo ha permesso il salto dal treno in corsa …cosí …puff!
Il treno va via come se niente fosse successo e tu sei lì a vederlo procedere indifferente sui suoi binari di acciaio.
Ma senza di te!

Da qui nasce “Passi verso Sé“, il cammino di Coaching esperienziale online per prendere il coraggio di OSARE la propria strada.
