“Inspire and get inspired”: agili interviste di coaching su SELF-LEADERSHIP.
Oggi parliamo della migliore strategia per raggiungere efficientemente un obiettivo.
Una domanda a Diego Torricelli – professore associato presso il Spanish National Research Council e coordinatore del progetto Europeo H2020 EUROBENCH.
Highlights
- Il processo piú efficiente per raggiungere gli obiettivi ha origine dal conoscere te stesso.
- Puoi cosí creare la strategia personalizzata che si adatta maggiormente ai tuoi punti di forza e alle tue debolezze.
Diego Torricelli ci parlerà delle sue 4 tecniche:
- Lavorare per cicli incompleti
- Comunicare
- Monitorizzare i task
- Lasciare specifici tasks alle ore piú efficienti della giornata (o della notte)
Inspire and get inspired
S.
Ciao Diego. È bello che hai deciso di contribuire a questo progetto nascente. Grazie di voler ispirare e lasciarti ispirare.
Tu sei professore associato e leader del Neuromuscular Coordination Lab presso il Cajal Institute (Spanish National Research Council). Ti occupi di bioingegneria e neuroriabilitazione. Sei coordinatore di diversi progetti internazionali, tra cui il progetto Europeo H2020 EUROBENCH che mira a creare il primo sistema di benchmark per i sistemi robotici in Europa.
Hai a che fare quotidianamente con obiettivi.
Dalla tua esperienza, qual è il processo efficiente per raggiungere un obiettivo?
D.
Sono stato tentato di rispondere a questa domanda con una lista dei consigli di project management o gestione del tempo, tipo SMART, LEAN, POMODORI, etc.. che considero sicuramente validi ma che, ad essere sincero, raramente riesco a seguire in maniera rigorosa e continua. Parlerò quindi solo di ció che realmente mi ha aiutato.
Il più importante sicuramente è conoscersi.
Per esempio, io sono una persona perfezionista, creativa (e quindi tendente a divagare), e con poca memoria. Tre caratteristiche anti-efficienza. Ma mi conosco, e metto in atto alcune strategie.
La prima: lavorare per cicli incompleti.
Realizzare versioni incomplete del lavoro e fare giri di revisioni con altre persone, nel minor tempo possibile. Lavorare in maniera incompleta mi toglie lo stress di dover fare qualcosa perfetto prima che gli altri lo vedano. Meglio un lavoro mal fatto, ma nei tempi, che uno perfetto inviato in ritardo. E ad ogni ciclo si migliora.
La seconda: comunicare.
Comunicare in maniera costante con gli altri, che siano il mio team o persone completamente esterne al problema, mi aiuta a vedere ció è realmente essenziale, e concentrarmi su di esso. Mi rendo conto che spesso perdo tempo su dettagli, perdendo la visione globale. Questo passo, insieme al precedente, mi aiutano ad uscire da questi “minimi relativi”.
La terza: monitorizzare i task.
Data la mia poca memoria, e una gran quantità di task attivi allo stesso tempo, mi risulta difficile, se non impossibile, ricordarmi lo stato di avanzamento di ognuno di essi. Fare riunioni eterne parlando di tutto con tutti contribuisce solo a un buon mal di testa. Quello che faccio è usare un software in cui ogni attività è una chat individuale con le persone coinvolte. Ció mi permette di seguire le attività in maniera rapida ed efficace.
C’è un nuovo avanzamento? Messaggio.
Molto silenzio in una attività? Qualcosa non va.
Anche qui la comunicazione è cruciale. Ogni giorno, devo ricevere o inviare almeno un messaggio. E se c’é bisogno di parlarne più a fondo, si fa una riunione mirata.
Un´ultima strategia è riservare i task più creativi o con necessità di focus nelle ore più efficienti.
Nel mio caso, sono quelle notturne, dopo cena.
In assenza di rumori o interruzioni, una ora vale per tre.
S.
Riconosco il tuo lungo percorso in compagnia degli obiettivi!
Trovo stimolante e illuminante uscire fuori dalla dinamica di applicare costantemente soluzioni “esterne” da sé, quelle che tu hai definito di “project management”.
Cercando in rete, infatti, ci sono centinaia di corsi, blog e guru dell´efficienza.
Vedo, invece, in quello che tu hai proposto il passo in piú:
- Conoscersi
- prendere consapevolezza di sé
- e creare la propria strategia per il raggiungimento efficiente di obiettivi.
Grazie ancora di avermi ispirato su questo tema e di esserti lasciato ispirare da una semplice domanda.
Vedo che il tema è degno di approfondimenti.
Ci risentiamo a breve con una nuova domanda, questa volta in ambito personale.
E tu…
E tu, quale ispirazione prendi da questo articolo?
Scrivilo nei commenti.
Il co-autore
More info on Diego Torricelli.
CHI SONO
Mi definirei un ricercatore, nel piú ampio senso della parola. Mi appassiona trovare il nesso tra cose apparentemente distanti, trovare il nocciolo della questione.
COSA FACCIO
Ingegnere biomedico di formazione, scienziato per caso, studio come il corpo umano interagisce e si adatta, attraverso il movimento, a limitazioni interne (per esempio danni neurologici) o esterne (per esempio robot di riabilitazione). Cerco di essere un papà presente. Lavoro il legno e dipingo nel (poco) tempo libero.
COSA MI ISPIRA
Mi ispira ciò che è nascosto sotto la superficie. Ciò che tutti guardano e che pochi vedono. Lo ritrovo nella natura, nelle relazioni e in me stesso.