“Inspire and get inspired”:
agili interviste di coaching su
SELF-LEADERSHIP.
Oggi parliamo di scelte di transizione di vita e di lavoro.
Il coraggio di ascoltare sé stessi.
Tre domande a Sarah Khoudja
– Life, Team e Group COACH.
Highlights
Nella sua decisione di transizione di vita e di lavoro, con famiglia al seguito, Sarah ci dice:
Mi sono chiesta se avrei voluto continuare così, ancora 5 o 10 anni.
Ho sentito la necessità di riorganizzare la scala di valori nel mio quotidiano e di partire proprio da me.
Come costruire qualcosa di nuovo?
Un piccolo viaggio all´insegna dell´ascolto di sé e dell´arte di imparare a rispettare il tempo:
concetti chiave per il Leader di sé stesso.
Inspire and get inspired
S.
E ora tocca a te, mia cara Sarah!
Ci siamo conosciuti nell´ambito della formazione in “Coaching per la vita spirituale”.
Da lì abbiamo intrapreso un fruttuoso percorso di coaching reciproco: siamo al tempo stesso coach e coachee uno dell´altra.
Come scrivi sul tuo sito, sei stata project coordinator con Medici Senza Frontiere a Bruxelles e in giro per paesi in conflitto per oltre 15 anni.
Ora sei life, team e group COACH, certificata ACC-ICF.
Sei un´imprenditrice in fase di realizzazione e in piú madre e moglie.
Da Bruxelles ti sei spostata – con famiglia al seguito – nel Cilento, nel Sud Italia, per dedicarti ad un tuo nuovo progetto.
Tu scrivi:
“Dopo aver messo al servizio le mie competenze e capacità lontano da me, ho sentito la necessità di riorganizzare la scala di valori nel mio quotidiano e di partire proprio da me, mettendo al primo posto il mio benessere e quello di chi mi sta accanto.”
Cosa ti ha portato a prendere questa decisione di cambiamento cosí radicale?
Sarah.
Dopo un lungo periodo vissuto a Roma, siamo tornati a Bruxelles, 2 settimane prima dell´inizio della pandemia e del primo lockdown. Venivo da un contesto, quello di Roma, in cui non mi sentivo affatto realizzata professionalmente e dove mi mancavano le relazioni con le mie amiche.
Ovviamente, puntuale come un orologio, la vita mi ha messa alla prova tramite il lockdown.
A Bruxelles avevo trovato un lavoro appagante, senza però riuscire a prendere il mio ruolo appieno né conoscere i miei colleghi. Ero a due passi dalle case delle mie amiche ma non potevamo vederci: frustrazione totale.
In cambio eravamo a tempo pieno con i bambini, noi quattro sempre.
Mentre prima, Stefano, mio marito, viaggiava moltissimo.
Quando è tornato tutto “come prima”, che si tornava ad orari di lavoro e scuola regolari, che riapriva tutto, ho capito che io ero cambiata.
Mi sembrava assurdo andare a fare la spesa al negozio Bio dove pagavo frutta e verdura uno sproposito, alimentando un sistema disfunzionale.
Una mattina, Stefano, mi disse “sai sono due notti che non dormo.
Ho preso una decisione e ora sono più sereno.
Voglio licenziarmi e andare a passare un anno in natura, un ANNO SABBATICO.
Lascio il mio lavoro a settembre e partiamo lì dove abbiamo costruito casa, in Cilento. Che ne dici?”
Mi sono accorta che il tempo con i figli piccoli è prezioso perché mette le basi delle relazioni.
Non aveva più senso stare con loro solo poche ore la sera e il sabato e domenica.
Insomma, non mi sembrava una vita di qualità.
Mancava qualcosa di autentico in tutto ciò.
Non mi rispettavo.
Non rispettavo i valori che nutro e quindi davo un esempio sbagliato ai miei figli.
Mi sono chiesta se avrei voluto continuare così, ancora 5 o 10 anni, il tempo che si facessero grandi.
Poi, come uno schiaffo, la risposta è stata chiara:
bisogna cambiare QUI ed ORA.
Siamo di passaggio e non sappiamo quanto tempo durerà il nostro viaggio.
Volevo autenticità con me stessa, con mio marito, con i bambini.
Volevo poter prendere il tempo di fare un picnic in natura dopo scuola, per goderci il mondo attorno.
La scelta non è stata semplice, perché razionalmente non ha fondamenta.
Ho guardato in fondo al cuore, e mi sono tuffata all’avventura.
S.
Tu dici bisogna cambiare qui ed ora. Ti sei tuffata nell´avventura.
Quali sono le difficoltà che ti sei trovata ad affrontare?
Sarah.
La prima e la più grande è la difficoltà di stare di fronte al vuoto di DOVERI e IMPEGNI.
Ovvero:
sono in un posto mio, con una capacità economica per un po’ di mesi.
Nessuna pressione di FARE e la possibilità di STARE.
Questo vuoto fa emergere tutte le cose ancora irrisolte, mette di fronte le maschere che ho usato fino ad oggi per arrivare dove sono e mi da l’opportunità di abbandonarle per costruire qualcosa di nuovo, di autentico e semplicemente fluido per me.
É un atteggiamento nuovo alla vita, probabilmente ciò che cercavo senza comprenderlo affondo.
La seconda è la convivenza nella società sud italiana.
Il modo di creare relazioni, le tematiche discusse, l’approccio del quotidiano, il ruolo della donna.
Tutto molto diverso da dove stavo prima e da chi sono.
Quindi, qui si tratta di ritrovare il posto giusto per me.
Come posso essere me, qui, senza entrare in conflitto con ciò che ho attorno?
Bella sfida per la mia complessità.
La terza, è la vita professionale da riscostruire, perché ho deciso di portare le mie competenze vicino a me, e quindi lavorare per, con e nel territorio.
Avviare una nuova attività, in un posto che ha ancora tanto da sviluppare, è bello e pauroso allo stesso tempo.
Da una parte, è un campo da conquistare, dall’altra, non so da dove incominciare.
E come se dovessi reimparare nuovi codici perché si parla un linguaggio professionale diverso.
Non voglio fare copia-incolla delle esperienze precedenti, non rispetterei il luogo.
Voglio ASCOLTARE, SENTIRE e poi proporre percorsi adatti alla LORO realtà.
S.
Da Bruxelles al sud Italia. Da doveri e impegni all´assenza della pressione del fare.
Tu parli di “decrescita”:
quali sono le tre perle che hai trovato in questa tua nuova strada?
Sarah.
1. La NATURA…
…immensa, bellissima e incontaminata perché priva di grosse industrie e rete stradali comode per accedervi.
2. “RARECHE” (significa radici in dialetto cilentano).
Un gruppo di persone che credono in un futuro diverso per la campagna. Hanno un bellissimo progetto in mente e sono subito partiti con la pratica, creando un mercato di agricoltori locali, rispettosi dell’ambiente e dell’uomo. Vogliono riportare dignità e valore alla terra.
3. Il rispetto del TEMPO.
Quello della natura, seguendo le stagioni.
Il rispetto per il tempo altrui.
Non c’è più il concetto di essere veloce o lento.
Sperimenti che ogni cosa ha il suo momento.
Sto imparando l’arte del prendere il tempo giusto.
S.
Sarah, mi ispiri a legare tre concetti che hai trattato nel tuo racconto:
1. La difficoltà nel trovarti di fronte al vuoto di DOVERI e IMPEGNI. Nessuna pressione di FARE e la possibilità di STARE.
2. Il voler ASCOLTARE la realtà intorno a te e di evitare di fare copia-incolla delle esperienze precedenti.
3. Il rispetto del TEMPO.
Eccolo il cambiamento radicale, la vera transizione.
Oltre al fare, ai doveri e agli impegni…imparare anche a stare,
ad ascoltare e a rispettare il tempo del cambiamento, che non é il nostro tempo.
Scorgo la saggezza di questo e sperimento costantemente anche la personale difficoltá di abbandonarmi ad esso.
Sono convinto che questi tre concetti siano competenze chiave per chi vuole essere “Leader di Sé Stesso“.
E tu…
E tu che leggi…in cosa trai ispirazione?
Scrivilo nei commenti.
Il co-autore
CHI SONO
Sono franco-tunisina, ho 41 anni, sposata con un italiano con cui ho avuto due figli di 7 e 5 anni.
Amo utilizzare le mie mani per creare: cucito, cucina, e altri lavoretti di bricolage.
Ho lavorato, per più di 15 anni, come project manager in tutto il mondo per una grande ONG umanitaria e poi un’organizzazione sociale a Bruxelles. Contemporaneamente, mi sono formata sia come Coach professionista accreditata ACC ICF ma anche all’analisi e dinamica dei gruppi presso l’università di Liegi.
COSA FACCIO
Da quest’anno faccio la Coach a tempo pieno. Accompagno persone e gruppi durante i processi di cambiamento professionale e personale. Sto anche lavorando ad un progetto incentrato sulla rigenerazione ambientale e sociale
COSA MI ISPIRA
La grandezza e potenza della natura: mi meraviglio e mi sento così piccola che è impossibile prendersi sul serio.
Le storie delle persone, storie di vita, racconti: le trovo perle di saggezza.